Laboratorio partecipato Land Art “Migrazioni”
a cura di Michele Iodice
PRESENTAZIONE NIDI
“Vivere insieme” è il titolo di uno degli ultimi corsi di Roland Barthes al Collège de France. Formulato come domanda, quel titolo ci riguarda molto da vicino. Vecchie forme del vivere insieme sono scomparse, per esempio la grande famiglia onnipresente e formativa della mia infanzia, e nuove forme si cercano usando o trasformando concetti e parole moderne come intimità, privatezza, autonomia, o parole riattivate dalleriflessioniantropologichee etnografiche,come nomadismo, precarietà, bricolage, riuso. Il desiderio contraddittorio, che ci assilla, è quello di un legame “sciolto”. Un legame ripetibile e ritrovabile, quando se ne ha il desiderio o il bisogno, ma che non formuli nessun criterio di obbligatorietà: un abile slalom tra solitudine e socialità. Il nido è una forma ideale e un’immagine da cui può iniziare una riflessione ricca di senso. È protettivo ma temporaneo; è intimo ma può essere usato, successivamente, da molti; è un embrione di casa, ma non ne ha la clausura; è uno spazio identificato ma è trasportabile; può essere costruito, dovunque, con quel che si ha sottomano; è seriale ma è segnato, in modi sempre diversi, dai materiali ed all’uso. Insomma, il nido mette insieme – come certe architetture povere e spontanee – necessità, fantasia e abilità individuale. Queste ultime parole potrebbero definire, per ora, anche l’artista dei nidi: migrante anche lui da un neo-barocco onnivoro alla magrezza di un’utopia circostanziata.